domenica 21 aprile 2013
Napolitano Nuovo Presidente della Repubblica
Lo so, non ha nulla di rinnovamento e non ha il sapore del cambiamento... Ma... Quali erano le alternative concrete? Che il Napolitano Bis ci traghetti rapidamente verso un paese normale, con un Governo che Governa...
lunedì 8 aprile 2013
Questa mattina ho incontrato, insieme al Sindaco di Novate Mezzola, i ragazzi della Scuola Media per le attività del progetto "idee fuori dal Comune".
Ci hanno fatto molte domande. Una su tutte: "perché una persona decide di fare il Sindaco?" "Per un pizzico di follia, perché ama il suo paese e la sua gente e vuole mettersi a servizio con entusiasmo.
Abituatevi fin d'ora a non accettare l'idea che siano sempre gli altri a decidere per il vostro futuro nella vostra indifferenza. Siate protagonisti del vostro futuro con le vostre idee ed i vostri sogni. Per voi ed i vostri figli".
Ecco perché impegnarsi in politica...
sabato 6 aprile 2013
Riprendo un articolo di Gramellini... condivido.. in fretta, occorre fare in fretta.
La realtà schiaffeggia il potere
massimo gramellini
Che per un attimo cali il silenzio sulle danze consumate intorno alle poltrone del potere. La realtà pulsa altrove e oggi urla. Oggi muore. Anna Maria Sopranzi e Romeo Dionisi erano una coppia intorno alla sessantina che tutti conoscevamo perché tutti ne abbiamo incontrata una al supermercato o in coda alla posta. Abitavano la vita con riservatezza, troppa riservatezza. E con dignità, troppa dignità per un mondo di vittimisti e di pagliacci.
Il signor Dionisi era un muratore di Civitanova Marche che a sessantatré anni era stato lasciato a casa dalla ditta, ma dopo una vita coi calli alle mani non riusciva ancora ad andare in pensione. Cercava lavoro e ne raccattava soltanto briciole, mezze giornate a spezzarsi la schiena per una manciata di euro in nero. Andava bene tutto, pur di onorare il debito con l’Inps per i contributi obbligatori che avrebbero dovuto consentirgli di traghettare le sue ossa stanche sulla riva della pensione. Nel frattempo lui e la moglie Anna Maria tiravano avanti con quella di lei: meno di 500 euro al mese.
Ma quel debito era diventato un’ossessione che toglieva il respiro a entrambi. La paura, questo mostro che ti sale dalla pancia e ti conquista i pensieri fino a sottometterli, aveva trasformato la vecchiaia serena di un uomo e di una donna perbene in un inferno zoppicante sull’orlo della depressione. Ancora l’altro giorno il presidente del consiglio comunale di Civitanova, che abita nello stesso condominio, ha consigliato al signor Dionisi di rivolgersi ai servizi sociali, ma l’orgoglio e la dignità di una vita intera hanno impedito a quella coppia in disgrazia di rendere pubblico il proprio disagio. Nella rovina economica c’è sempre una componente di vergogna che si allea con la solitudine nell’annerire scenari già cupi. Così Romeo e Anna Maria hanno preso l’ultima decisione. Riservati e dignitosi fino alla fine, hanno scritto un biglietto di scuse e lo hanno appoggiato sul cruscotto dell’utilitaria di un’amica. «Guarda nello sgabuzzino». E nello sgabuzzino l’amica ha trovato i loro corpi appesi al soffitto. Ah, come vorrei che l’ombra - solo l’ombra - di quell’immagine venisse proiettata nelle stanze del potere, quasi un pendolo che detti il tempo a chi deve cambiare le leggi e non lo fa, a chi deve dare risposte ai deboli e non le dà, a chi deve trovare parole nuove e non ne ha, ma proprio per questo continua a usare solo quelle vecchie, intrise di caos. Come vorrei che quell’immagine diventasse il loro tormento, il loro fantasma di Banquo, mentre si accingono a celebrare i loro incomprensibili riti. Invece purtroppo l’ha vista il fratello di Anna Maria, un altro anziano solo e impaurito, che è scappato dalla scena del suicidio per correre al molo ad affogarsi, completando con un tuffo nel blu questa carneficina familiare e nazionale.
Non c’è più niente da dire. Niente. Soltanto un avvertimento alla politica, che ha già cominciato ad agitare i morti di Civitanova come miccia della prossima polemica. Che non si azzardi a utilizzarli per i suoi scopi di fazione. Il signor Romeo Dionisi, la signora Anna Maria Sopranzi e il signor Giuseppe Sopranzi non appartengono al mondo dei giocatori del potere, ma all’immensa tribù degli italiani normali che hanno lavorato una vita e che in questo Titanic di popolo hanno maturato una sorta di prelazione, un sacrosanto diritto di essere salvati per primi. In fretta. Prima che arrivino altri biglietti sul cruscotto, altri drammi inaccettabili, altri articoli dolorosamente inutili come questo.
Il signor Dionisi era un muratore di Civitanova Marche che a sessantatré anni era stato lasciato a casa dalla ditta, ma dopo una vita coi calli alle mani non riusciva ancora ad andare in pensione. Cercava lavoro e ne raccattava soltanto briciole, mezze giornate a spezzarsi la schiena per una manciata di euro in nero. Andava bene tutto, pur di onorare il debito con l’Inps per i contributi obbligatori che avrebbero dovuto consentirgli di traghettare le sue ossa stanche sulla riva della pensione. Nel frattempo lui e la moglie Anna Maria tiravano avanti con quella di lei: meno di 500 euro al mese.
Ma quel debito era diventato un’ossessione che toglieva il respiro a entrambi. La paura, questo mostro che ti sale dalla pancia e ti conquista i pensieri fino a sottometterli, aveva trasformato la vecchiaia serena di un uomo e di una donna perbene in un inferno zoppicante sull’orlo della depressione. Ancora l’altro giorno il presidente del consiglio comunale di Civitanova, che abita nello stesso condominio, ha consigliato al signor Dionisi di rivolgersi ai servizi sociali, ma l’orgoglio e la dignità di una vita intera hanno impedito a quella coppia in disgrazia di rendere pubblico il proprio disagio. Nella rovina economica c’è sempre una componente di vergogna che si allea con la solitudine nell’annerire scenari già cupi. Così Romeo e Anna Maria hanno preso l’ultima decisione. Riservati e dignitosi fino alla fine, hanno scritto un biglietto di scuse e lo hanno appoggiato sul cruscotto dell’utilitaria di un’amica. «Guarda nello sgabuzzino». E nello sgabuzzino l’amica ha trovato i loro corpi appesi al soffitto. Ah, come vorrei che l’ombra - solo l’ombra - di quell’immagine venisse proiettata nelle stanze del potere, quasi un pendolo che detti il tempo a chi deve cambiare le leggi e non lo fa, a chi deve dare risposte ai deboli e non le dà, a chi deve trovare parole nuove e non ne ha, ma proprio per questo continua a usare solo quelle vecchie, intrise di caos. Come vorrei che quell’immagine diventasse il loro tormento, il loro fantasma di Banquo, mentre si accingono a celebrare i loro incomprensibili riti. Invece purtroppo l’ha vista il fratello di Anna Maria, un altro anziano solo e impaurito, che è scappato dalla scena del suicidio per correre al molo ad affogarsi, completando con un tuffo nel blu questa carneficina familiare e nazionale.
Non c’è più niente da dire. Niente. Soltanto un avvertimento alla politica, che ha già cominciato ad agitare i morti di Civitanova come miccia della prossima polemica. Che non si azzardi a utilizzarli per i suoi scopi di fazione. Il signor Romeo Dionisi, la signora Anna Maria Sopranzi e il signor Giuseppe Sopranzi non appartengono al mondo dei giocatori del potere, ma all’immensa tribù degli italiani normali che hanno lavorato una vita e che in questo Titanic di popolo hanno maturato una sorta di prelazione, un sacrosanto diritto di essere salvati per primi. In fretta. Prima che arrivino altri biglietti sul cruscotto, altri drammi inaccettabili, altri articoli dolorosamente inutili come questo.
Primo passo
A mia figlia AGNESE MARIA
nel giorno del suo primo passo...
Primi passi... di una vita...
Figlia mia, anche il viaggio più lungo, il cammino più difficile, il percorso più impegnativo iniziano con un passo, un primo passo.
Buon cammino.
Non importa se a volte avrai la tentazione di fermarti, di sederti.
Non importa se in alcuni momenti la fatica ti sembrerà insuperabile, i risultati sembrano non arrivare e le gambe vacillano, sono pesanti..
Non importa se in alcuni giorni ti sentirai sola a camminare e i tuoi sogni e i tuoi desideri ti appariranno lontani ed irrealizzabili...
Continua a sognare, guarda lontano verso la meta e ricorda quel primo passo...
Riprendi il cammino, un altro passo e sarai un po' più vicina al traguardo...
E un passo dopo l'altro scoprirai mondi e incontrerai persone e i tuoi sogni saranno più vicini...
Sorridi e cammina...
Passo dopo passo..
venerdì 5 aprile 2013
- Il bambino chiama la mamma e domanda: «Da dove sono venuto? Dove mi hai raccolto?». La mamma ascolta, piange e sorride mentre stringe al petto il suo bambino. «Eri un desiderio dentro al cuore.» (Tagore).
Oggi, nel giorno del tuo compleanno vogliamo ricordarti con il sorriso di quella splendida creatura che porta il tuo nome e guarda a te come modello, figura di luce e speranza. Auguri mamma!
giovedì 4 aprile 2013
Alcide De Gasperi: "L'uomo politico pensa alle prossime elezioni. Lo statista alle prossime generazioni".
Già.
Il Futuro, le generazioni future, i nostri figli, mia figlia.
Quello è l'orizzonte... ma siamo fermi a dichiarazioni pro o contro Berlusconi, impantanati nell'invidia e nelle dietrologie che non ci fanno guardare i contenuti delle proposte ma chi propone, nelle sabbie mobili dell'attesa che un gruppo di tecnici possa trovare soluzioni a qualche decennio di scelte devastanti ... il mondo cambia, ogni giorno, anche due volte al giorno..e noi siamo fermi, le nostre istituzioni immobili; le stesse di 50 anni fa... Spesso vicine alla gente, oneste, impegnate.. ma soffocate dalla burocrazia e dalle finanze rattrappite. Senza sogni: questo è il dramma.
Cambiare è difficile ma forse è proprio il futuro dei nostri figli che richiede coraggio e scelte, da fare oggi e non domani, da fare in fretta, subito, ADESSO... non basta riprendere il cammino. Dobbiamo correre! ma non per fare le cose male o in qualche modo.. dobbiamo correre per metterci davanti ai cambiamenti che altri decidono per noi, per anticipare e scegliere chi e come vogliamo essere. Per fare questo non possiamo però pretendere di avere tutte le risposte ai dubbi che nascono prima di affrontare questo viaggio.
Chi non se la sente, ha paura, preferisce aspettare.. nessun problema.
Una sola cosa però credo vi possiamo chiedere: lasciateci decidere per il nostro futuro. Saremo noi a godere dei benefici di scelte coraggiose o a pagare effetti negativi di strade sbagliate.
Lasciateci prendere il timone... in fondo le pagine da scrivere sono quelle dei nostri giorni e dei nostri figli: vorremmo essere noi i protagonisti.
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