giovedì 13 marzo 2014

Valle di lacrime o futuro che ci sorride

Uno dei tanti incontri quotidiani. Apparentemente normale. "Come stai" "cosa fai"...
Ma quella frase conclusiva "viviamo in una valle di lacrime".
Non so perché. Mi ha colpito.
Mi ha fatto riflettere. Eppure quante volte lo abbiamo sentito.
Non è così. Non accetto l'idea di rassegnarmi al fatto che sia davvero così.

Piangi quando sei sconfitto, rassegnato.
Piangi quando non hai più nulla da dare, da giocare.
Quando non vedi una prospettiva, una via di uscita.
Quando la sera non é, nel cuore, preludio di un giorno migliore.

Non è così per questa valle. Non piange. O forse si, ma in un altro senso.
Piange perché sa di valere molto.
Sa di avere molte ricchezze, molte risorse.
Sa di essere abitata da gente semplice e forte. Libera. Che non si rassegna.

É un pianto che diventa speranza.
Un pianto che smuove gli animi, le coscienze, i cuori, le menti, le braccia.

Come fare a passare dall'idea di una valle rassegnata ad una valle che reagisce, si anima, combatte?
Credo semplicemente ritrovando se stessa.
Credendo nelle proprie possibilità.

Che bello sarebbe riuscire a far emergere questa valle vera. Quella profonda.
Magari spesso assopita sotto un poco di cenere.
Che bello sarebbe unire le forze, le idee, le proposte.
Che bello sarebbe riuscir a valorizzare le energie di ciascuno.
L'entusiasmo dei giovani che vivono la stagione del coraggio e dei sogni. Quei giovani che faticano a trovare un lavoro, che non trovano fiducia, che sono andati lontani e, cresciuti, sono pronti a tornare.
Un patrimonio che non si può perdere.
Che bello sarebbe riuscire a valorizzare l'esperienza di molti. Quella intelligente, saggia.. Che capisce che il mondo é cambiato ma non abbandona chi oggi, giovane, deve essere protagonista. Li accompagna. Si fida.
Che bello sarebbe unire l'entusiasmo di chi mette a disposizione il proprio tempo e la propria passione nella associazioni. Quelle sportive, culturali, ambientali. Per i giovani e con i giovani. Nelle parrocchie, negli oratori.
Sarebbe molto bello.
Sarebbe il compito della politica.

Da soli é impossibile. Insieme, si può.

Un sorriso.

martedì 11 marzo 2014

Le decisioni...


Le decisioni sono un modo per definire se stessi. Sono il modo per dare vita e significato ai sogni. Sono il modo per farci diventare ciò che vogliamo.

domenica 9 marzo 2014

Piccoli comuni.. Con i suoi eroi...

Anche questa é l'Italia! Clicca qui per vedere!


La foto che hai appena vista é stata scattata a Livo, un piccolo comune di circa 300 abitanti, sulle montagne che abbracciano il Lago di Como

Quello che vedi é il modernissimo automezzo utilizzato per portare i rifiuti dal centro storico (fantastico ma ricco di stradine acciottolate strette) alla piazzola di raccolta fuori paese.

Piccolo particolare: il proprietario dell'automezzo é il Sindaco. Secondo particolare: l'autista? Sempre il Sindaco.

Credo sia innanzitutto doveroso dire grazie a questa sorta di eroe... Questi gesti parlano da soli raccontando la dedizione e la passione per il proprio paese.

Ma una domanda sorge spontanea?
A queste condizioni, con queste difficoltà... Dove andremo a finire? Quale é la prospettiva?
Mentre si discute di salvare la grande Roma si dimentica che l'ossatura del nostro Paese si regge su piccoli Comuni, proprio come Livo.
Vogliamo continuare a fingere che non ci siano problemi?

Il paese parla di expo, di innovazione, di open data, di startup, di digital divide, di agenda digitale... Ma come si fa a portare queste sfide dentro comuni che, se non fosse per la passione del primo cittadini e dei suoi collaboratori, non avrebbero nemmeno le forze per fare i servizi essenziali?

Forse... É giunto il momento di affrontare con coraggio la questione dei piccoli comuni.
Dicendoci la verità però, senza demagogia.
O li rivitalizziamo, troviamo strade diverse... O si avviano  a morire.

Non vorrei essere complice di questa tragedia.

venerdì 7 marzo 2014

Perché la gente non si fida più della politica?

Una semplice domanda, direte, con una risposta banale e scontata.
Perché ha perso la fiducia.
Perché é incapace di dare risposte ai problemi della gente. Quelli veri.
Del lavoro, della casa, delle tasse..
Potremmo fare un lungo elenco.

Perché ogni giorno ci raccontano storie vere di politici corrotti, che fanno solo i loro interessi, che rubano, che non rispettano le regole, che si arricchiscono, che fanno accordi con disonesti compagni di ruberie...
Insomma la fiducia non può essere riposta in uomini che non la meritano. Che se la sono giocata. Che hanno dimostrato di pensare a loro e non a chi gli aveva dato fiducia.

Vero anche questo.

Ma credo ci sia anche altro. Forse più sottile ma non meno importante. Anzi, forse, se andiamo oltre le prime risposte più istintive, il vero problema.
La politica non appassiona più.
Nel senso che chi la fa non lo fa con la passione (come dovrebbe essere) di chi accetta la sfida di lavorare a servizio del proprio paese per cercare di lasciarlo migliore di come lo ha trovato.
Nel senso che la politica non sa più scaldare i cuori, risvegliare le emozioni, sollecitare la voglia di essere migliori della gente comune.
Questo é il problema.
La politica non appassiona perché non incontra più i sogni della gente, perché é incapace di provare a trasformarli in progetti, in azioni, in interventi.
Magari sbagliando.. Ma non prova nemmeno più a farlo.

Si dice che la politica é un'arte. O meglio dovrebbe esserlo.
Essere un'arte significa mettere in luce la bellezza, il valore, la creatività, le risorse, le forze, le energie..
E invece la politica di oggi é quella dei soliti (ormai terribilmente noiosi) talk show televisivi dove gli unici contenuti sono quelli di dire che gli altri sono peggio di me, che hanno sbagliato, che è colpa loro.

C'é un dramma in corso. Qualcosa di terribile.
In questi giorni, in questi mesi, molti di coloro per cui "la politica é passione" stanno abbandonando il campo. Gettano la spugna. Rinunciano per sfinimento.
Ne paga l'Italia e gli Italiani.

Senza quella passione non c'é futuro.
Senza quegli uomini e donne che non rinunciano a lottare per migliorare le cose non c'è speranza.
Senza quelle persone non c é più la Politica, quella vera. Alla quale un paese non può fare a meno.

Ripartiamo dalle urgenze dei bisogni delle nostre famiglie.
Ma un istante dopo, o forse prima, ripartiamo dai sogni e dalle speranze perché, raccontarli e condividerli, é l'unico modo per provare a renderli realtà.

giovedì 6 marzo 2014

Sindaco... Il senso di un'esperienza AUTORITÀ ed AUTOREVOLEZZA

Oggi il segreto di una leadership di successo è l’autorevolezza e non l’autorità
(Blanchard)

Quando ricopri una carica pubblica, hai una responsabilità. Porti su di te, con le tue decisioni, una certa dose di autorità.
Nel senso che sei chiamato a prendere delle posizioni, a fare delle scelte.
L'autorità ti viene data "di default", compresa nel pacchetto. Che ti piaccia o no ti appartiene e sei chiamato ad esercitarla. Nel bene e nel male. Consapevolmente o meno. A servizio del bene comune o di altre logiche.

Sfida ben più ardua é invece quella di acquisire autorevolezza.

Essere autorevoli significa innanzitutto avere ben chiaro il ruolo che si é chiamati a svolgere.
Autorevole é colui che sa essere fermo e determinato ma al tempo stesso umile e mai presuntuoso, arrogante.
Per essere autorevole devi metterci innanzitutto la faccia, la tua persona, la tua storia, il tuo sguardo, le tue parole, la tua vita.
Autorevolezza é qualcosa che si acquisisce giorno dopo giorno. Una persona alla volta. Un'esperienza alla volta. Un incontro alla volta.
Essere autorevoli significa scendere dai piedistalli, ascoltare, comprendere, confrontarsi. Significa anche imparare ad accettare le critiche, le osservazioni, gli appunti, le richieste.
Essere autorevoli, però, significa anche non accettare le prepotenze, le arroganze di turno. Significa zittire chi alza la voce, chi manca di rispetto, chi ha secondi fini.

Autorità é una condizione. Autorevolezza é una conquista.
Un cammino
Autorevolezza é la sfida e l'obiettivo di ogni giorno... Che diventa fiducia.
Affascinante, quanto difficile.

mercoledì 5 marzo 2014

L'invidia

Gli uomini non conoscono la propria felicità, ma quella degli altri non gli sfugge mai.
Pierre Daninos, Un certo signor Blot, 1960

Provo da sempre un sentimento positivo nei confronti di coloro che riempiono le proprie giornate di invidia verso gli altri.
INVIDIA:
Verso chi si impegna.
Verso chi riesce o prova a fare qualcosa.
Verso chi raccoglie qualche sprazzo di benevolenza.
Verso chi non sta con le mani in mano.
Verso chi ci mette la faccia e ne esce a testa alta, nonostante tutto.
Verso chi non si rassegna.
Verso chi prova ad essere ottimista cercando di generare fiducia e speranza.
Verso chi ha una responsabilità, un ruolo, un impegno.
Semplicemente verso chi é felice o felicemente fa tutto quello che fa.

Mi fanno compassione.
Deve essere davvero dura la loro vita. 
Con il tarlo che li assale, ogni istante e genera voglia di vendetta, senso di inferiorità, insoddisfazione.
Genera cattiveria, rancore, fatica.

Ogni vita, pur nelle più grandi difficoltà, sa regalare gioia e speranza. Soprattutto negli incontri, negli sguardi, nel cammino, nei sogni.

Sir,
Rilassati. Respira.
Ed inizia a godere le gioie della tua vita. 
Godi di quelle come dei successi e delle soddisfazioni di chi incroci ogni giorno.
É il segreto della felicità.

Diversamente... A mio modo, ti vorrò bene la stesso.
Ma continuerai a generare compassione nella tua triste vita guidata dall'invidia.

Buona vita.


martedì 4 marzo 2014

Sindaco... Il senso di un'esperienza. IL TEMPO


Il tempo: h24 o modalità ON sempre attiva

Nella vita normale siamo abituati al fatto che ogni impegno che assumiamo ha un inizio ed una fine. Che esistono dei momenti in cui si lavora ed altri in cui si riposa.
Si timbra il cartellino all'inizio della giornata lavorativa e significa che si è operativi. Alla sera, la stessa timbratura, significa che per quella giornata il tempo dedicato al lavoro é concluso.
Oppure quando clicchiamo con il mouse ed avviamo una connessione fino al momento in cui lo stesso gesto significa che siamo off line.
Siamo in una condizione in cui la categoria é operativo/riposo.
Quando accetti di fare il Sindaco sai bene che, per questa tua responsabilità, non esiste la modalità OFF.
Significa che non si smette mai. Che quella carica non ha timbrature in uscita la sera.
Da un lato perché potrebbe essere necessario un intervento in qualsiasi momento della giornata e della notte (si pensi alle emergenze, ai TSO, alle calamitá..).
Dall'altro (ed é forse ciò che più si fa fatica ad imparare) perché non si stacca mai completamente la spina... Sui problemi, sui progetti, sulle difficoltà, sui prossimi impegni...
Essere sempre in modalità on richiede molte energie. E ne ruba molte agli affetti, alla famiglia, agli interessi, allo svago, a se stessi.
Non è facile... Ma si impara a conviverci trovando un equilibrio.
Forse.. Con un po' di esperienza (magari anche per questione di sopravvivenza).. Si impara ad attivare la modalità STAND BY.

lunedì 3 marzo 2014

Sindaco.. Il senso di un'esperienza. I LIMITI

Sindaco.. Il senso di un'esperienza

I limiti...


I LIMITI... 
Alla fine, la grande sfida della vita consiste nel superare i nostri limiti, spingendoci verso luoghi in cui mai avremmo immaginato di poter arrivare.
Sergio Bambarén, Il delfino, 1995

Fare il Sindaco ti pone, inevitabilmente, a confronto con il LIMITE. I molti limiti.
Impari a sbatterci la faccia senza subire conseguenze disastrose. 
Impari a conviverci, a lottare con essi.. Per provare a superarli.
Innanzitutto i limiti personali. Quelli delle tue competenze, delle tue conoscenze, della tua esperienza, delle tue forze fisiche e mentali.
Non riconoscerli significa trasformare i tuoi giorni in una continua frustrazione. Al contrario, il prenderne atto, non significa accettare la sterile via della rinuncia e della rassegnazione.
In secondo luogo i limiti economici.. Per realizzare i progetti, ahi noi, servono le risorse. Che sono sempre di meno e sempre più vincolate.
Ti assale poi il limite della burocrazia, dei vincoli, dei lacci e laccioli di una impostazione borbonica della pubblica amministrazione... Questi spesso ti fanno perdere la pazienza.. 
Insomma.. Il limite é un concetto che non ti abbandona mai.
Fare tesoro di questa esperienza significa comprendere che una situazione critica può trasformarsi in una opportunità... Per liberare la creatività, per trovare risorse nascoste e strade alternative, per ricercare alleanze ed aiuti che non avevi visto prima.
Il limite ti ricorda che il mondo non lo devi salvare tu... 
Il limite é ciò che consente di fare emergere il merito, la capacità, la bravura.
Il limite non é un punto di arrivo ma la condizione di partenza con la quale ti confronti per provare a realizzare, nonostante tutto, i tuoi progetti, le tue attività, i tuoi sogni.
Il limite é una benedizione divina se ti ricorda le tue fragilità, se ti richiama all'umiltà ed alla moderazione.
Il limite ti fa capire che devi accettare il fatto che quello che vorresti fare é molto di più di ciò che potrai realizzare.

Sulla strada il limite di velocità (tolti quelli messi senza criterio) é lo strumento che ti consente di viaggiare sicuro verso la meta... 
Quindi, accettalo e fanne un compagno di viaggio... Mentre con tenacia, senza paura, con rinnovato impegno, ogni mattina provi a fare qualcosa di buono per il tuo paese, per la tua gente, per chi ti ha dato fiducia.

Non avere paura di confrontarti con i limiti.. Ti ricordano solo che la vita é tale se non ci si accontenta. Che, in fondo, siamo creati uomini per tendere alla perfezione che mai raggiungeremo... Sennó che vita sarebbe? 


Sindaco... Il senso di un'esperienza

Sindaco... Il senso di un'esperienza. 

Dopo quella famigliare e di diventare padre, fare il Sindaco é certamente l'esperienza più affascinante della vita. Spesso con molti oneri e pochi onori (contrariamente a quello che il senso comune a volte ci porta a pensare). Ma sempre con l'orgoglio di avere la responsabilità di rappresentare il tuo paese, la tua gente, la comunità in cui sei cresciuto. In qualche modo é come se ti rendessi conto di avere ricevuto molto e di sentire il bisogno di provare a restituire qualcosa. 

Il quotidiano del Sindaco é spesso però legato a problemi, a proposte, a progetti, a possibili soluzioni, a critiche, attacchi, (ahimè) a polemiche a volte sterili e pretestuose e poco costruttive.

Questa parte dell'esperienza é nota... La conosciamo.

Mi rendo conto però che non proviamo mai a raccontare l'esperienza umana, del cuore, delle emozioni, degli incontri. Forse la parte più ricca che quasi mai riusciamo a fare emergere e a condividere.

Mi piacerebbe quindi provare a farlo.
Che cosa vive il cuore e la mente di un Sindaco? Quali emozioni porta dentro di se? Quale é il senso più profondo di un'esperienza così impegnativa ed affascinante?
Vorrei provare quindi, con piccoli pensieri, a raccontare questo mondo... Non certo per una vetrina personale o per una presunzione, ma con l'idea che condividere il senso aiuti a camminare più sicuri verso una metà. 
Altrimenti ci si racconta solo le fatiche, le difficoltà, le cose che non vanno...
Altrimenti si rimane sempre in superficie, alle formalità, alle frasi di rito.

Non prometto continuità.. Mi piacerebbe raggiungervi, di tanto in tanto, con qualche pensiero libero e semplice.. Invitandovi a condividerlo ed a condividere i vostri pensieri.

Perché se la politica é a servizio dell'uomo... Si parte innanzitutto dalla voglia di raccontare e raccontarsi, per provare a far meglio e migliorarsi.

Ci proviamo.

A presto

Luca 
"Ho sempre frequentato un piccolo, pudico pensiero: che a vedere il male dovunque si rischia di diventare davvero qualcosa che ha a che fare col male, o quantomeno di diventare, agli occhi di noi stessi, inospitali. Insomma, mi sono accanito giorno e notte a fare film non per puntare facilmente il dito contro ciò che non va, ma l’ho fatto per cercare la bellezza e il sentimento dappertutto. Anche nelle cose che, nell’opinione dominante, non vanno bene”. Se tutti la pensassi così... Torneremmo ad essere davvero un paese da Oscar! Viva l Italia!